mercoledì 3 dicembre 2008
domenica 30 novembre 2008
venerdì 28 novembre 2008
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domenica 16 marzo 2008
lunedì 10 marzo 2008
domenica 9 marzo 2008
mercoledì 5 marzo 2008
martedì 4 marzo 2008
L’ARTE, LA FOTOGRAFIA
E LE LOGICHE DI MERCATO
Una delle caratteristiche più devastanti della globalizzazione è quella di inondare qualsiasi
settore della vita dell’uomo senza chiedere permesso. Ma la cosa ancora più curiosa è che tutti sembrano accettare le nuove direttive senza minimamente riflettere che forse non tutto è giusto.
Senza porsi il problema fondamentale a cui tutti dovremmo fare attenzione. La qualità della
vita, la qualità della nostra vita.
Qualsiasi settore dell’essere e del fare umano, viene riportato esclusivamente ad una logica di mercato e di consumo usa e getta. Nulla viene creato per essere conservato a lungo, nemmeno le opere d’arte. Queste vengono create sull’onda di una moda o sulle direttive di un mercato che le può consumare subito. Non importa il domani, non importa la qualità, non importa il pensiero. Già 15 anni fa, il filosofo francese Castoriadis dichiarava : l’arte non produce più opere ma prodotti. Non più opere destinate a rimanere nei secoli com’è sempre stato, ma prodotti da vendere e consumare subito. Decretando nel consumo immediato la morte dell’opera, anzi del prodotto.
Nello stesso periodo l’artista fotografo giapponese Araki dichiarava : il futuro della fotografia sta nella quantità non nella qualità.
La memoria
Dunque la quantità. Questa aumenta a dismisura, ogni secondo della nostra vita viene immessa in rete una quantità di informazione che più nessuno riesce a controllare e, soprattutto, gestire. La grande sfida di google è infatti saper controllare questa valanga infinita di informazioni che circa un miliardo di utenti di internet immettono continuamente in rete.
Circa 10 miliardi di immagini ogni anno vengono parcheggiate in rete…inutilmente, per l’eternità.
Questo processo richiede la memoria elettronica del mondo, del nuovo mondo. Non più i libri scritti,ma le memorie elettroniche, quelle che si cancellano in un attimo, con un clic del mouse.
Il rischio della cancellazione è il nuovo “orlo del precipizio” che accompagnerà l’umanità fino alla eventuale fine. Ma il mercato dell’arte, o semplicemente il mercato, cinico ed impassibile,non può occuparsi di questo. In una società che forse non crede più nel suo futuro,non può avere interesse sulla memoria, anzi, forse meglio avere poca memoria, oppure una memoria così fragile da potersi cancellare definitivamente con un clic.
Anche le immagini e, quindi, le fotografie diventate solo un mucchietto di pixels, corrono il rischio di poter essere cancellate senza lasciare la minima traccia ( ciò che sarebbe, per il 90% delle fotografie in circolazione,solo un bene per l’umanità intera) Il risultato è che man mano che i pixels prendono il posto della carta ( scritta o stampata ), l’incertezza di conservare la memoria aumenta in maniera esponenziale.
continua
E LE LOGICHE DI MERCATO
Una delle caratteristiche più devastanti della globalizzazione è quella di inondare qualsiasi
settore della vita dell’uomo senza chiedere permesso. Ma la cosa ancora più curiosa è che tutti sembrano accettare le nuove direttive senza minimamente riflettere che forse non tutto è giusto.
Senza porsi il problema fondamentale a cui tutti dovremmo fare attenzione. La qualità della
vita, la qualità della nostra vita.
Qualsiasi settore dell’essere e del fare umano, viene riportato esclusivamente ad una logica di mercato e di consumo usa e getta. Nulla viene creato per essere conservato a lungo, nemmeno le opere d’arte. Queste vengono create sull’onda di una moda o sulle direttive di un mercato che le può consumare subito. Non importa il domani, non importa la qualità, non importa il pensiero. Già 15 anni fa, il filosofo francese Castoriadis dichiarava : l’arte non produce più opere ma prodotti. Non più opere destinate a rimanere nei secoli com’è sempre stato, ma prodotti da vendere e consumare subito. Decretando nel consumo immediato la morte dell’opera, anzi del prodotto.
Nello stesso periodo l’artista fotografo giapponese Araki dichiarava : il futuro della fotografia sta nella quantità non nella qualità.
La memoria
Dunque la quantità. Questa aumenta a dismisura, ogni secondo della nostra vita viene immessa in rete una quantità di informazione che più nessuno riesce a controllare e, soprattutto, gestire. La grande sfida di google è infatti saper controllare questa valanga infinita di informazioni che circa un miliardo di utenti di internet immettono continuamente in rete.
Circa 10 miliardi di immagini ogni anno vengono parcheggiate in rete…inutilmente, per l’eternità.
Questo processo richiede la memoria elettronica del mondo, del nuovo mondo. Non più i libri scritti,ma le memorie elettroniche, quelle che si cancellano in un attimo, con un clic del mouse.
Il rischio della cancellazione è il nuovo “orlo del precipizio” che accompagnerà l’umanità fino alla eventuale fine. Ma il mercato dell’arte, o semplicemente il mercato, cinico ed impassibile,non può occuparsi di questo. In una società che forse non crede più nel suo futuro,non può avere interesse sulla memoria, anzi, forse meglio avere poca memoria, oppure una memoria così fragile da potersi cancellare definitivamente con un clic.
Anche le immagini e, quindi, le fotografie diventate solo un mucchietto di pixels, corrono il rischio di poter essere cancellate senza lasciare la minima traccia ( ciò che sarebbe, per il 90% delle fotografie in circolazione,solo un bene per l’umanità intera) Il risultato è che man mano che i pixels prendono il posto della carta ( scritta o stampata ), l’incertezza di conservare la memoria aumenta in maniera esponenziale.
continua
sabato 1 marzo 2008
GLOBAL si GLOBAL no.....
L’ARTE, LA FOTOGRAFIA
E LE LOGICHE DI MERCATO
Una delle caratteristiche più devastanti della globalizzazione è quella di inondare qualsiasi
settore della vita dell’uomo senza chiedere permesso. Ma la cosa ancora più curiosa è che tutti sembrano accettare le nuove direttive senza minimamente riflettere che forse non tutto è giusto.
Senza porsi il problema fondamentale a cui tutti dovremmo fare attenzione. La qualità della
vita, la qualità della nostra vita.
Qualsiasi settore dell’essere e del fare umano, viene riportato esclusivamente ad una logica di mercato e di consumo usa e getta. Nulla viene creato per essere conservato a lungo, nemmeno le opere d’arte. Queste vengono create sull’onda di una moda o sulle direttive di un mercato che le può consumare subito. Non importa il domani, non importa la qualità, non importa il pensiero. Già 15 anni fa, il filosofo francese Castoriadis dichiarava : l’arte non produce più opere ma prodotti. Non più opere destinate a rimanere nei secoli com’è sempre stato, ma prodotti da vendere e consumare subito. Decretando nel consumo immediato la morte dell’opera, anzi del prodotto.
Nello stesso periodo l’artista fotografo giapponese Araki dichiarava : il futuro della fotografia sta nella quantità non nella qualità.
Continua….
E LE LOGICHE DI MERCATO
Una delle caratteristiche più devastanti della globalizzazione è quella di inondare qualsiasi
settore della vita dell’uomo senza chiedere permesso. Ma la cosa ancora più curiosa è che tutti sembrano accettare le nuove direttive senza minimamente riflettere che forse non tutto è giusto.
Senza porsi il problema fondamentale a cui tutti dovremmo fare attenzione. La qualità della
vita, la qualità della nostra vita.
Qualsiasi settore dell’essere e del fare umano, viene riportato esclusivamente ad una logica di mercato e di consumo usa e getta. Nulla viene creato per essere conservato a lungo, nemmeno le opere d’arte. Queste vengono create sull’onda di una moda o sulle direttive di un mercato che le può consumare subito. Non importa il domani, non importa la qualità, non importa il pensiero. Già 15 anni fa, il filosofo francese Castoriadis dichiarava : l’arte non produce più opere ma prodotti. Non più opere destinate a rimanere nei secoli com’è sempre stato, ma prodotti da vendere e consumare subito. Decretando nel consumo immediato la morte dell’opera, anzi del prodotto.
Nello stesso periodo l’artista fotografo giapponese Araki dichiarava : il futuro della fotografia sta nella quantità non nella qualità.
Continua….
venerdì 29 febbraio 2008
giovedì 28 febbraio 2008
lunedì 25 febbraio 2008
rallentiamo....
venerdì 22 febbraio 2008
Giusto il tempo di registrare gli ottimi risultati di Arco, la fiera madrilena che ha sfondato quest'anno la soglia dei 200mila visitatori, che subito giungono sempre dall'Europa notizie di carattere opposto. Sarebbero infatti ben tre le rassegne fieristiche che hanno deciso, per motivi diversi, di chiudere i battenti in questo 2008. Resterà quindi agli annali una sola edizione di DC Duesseldorf Contemporary, che gli organizzatori – dopo il debutto dello scorso aprile – hanno deciso di chiudere, a causa del ridotto numero di affari, che essi motivano con la scelta, da parte dei collezionisti, di poche megafiere internazionali. Stesse motivazioni potrebbero essere all'origine della cancellazione anche di Art Cologne Palma, la rassegna che la gemella tedesca ha lanciato lo scorso anno a Palma de Majorca, sulle isole Baleari, anche se gli organizzatori ufficialmente adducono la causa all'inadeguatezza della location, un terminal aeroportuale. Viene invece presentato come uno stop temporaneo – chissà se resterà tale? – quello che nel 2008 fermerà anche Photo-London, la fiera solo fotografica già programmata per metà maggio in Old Billingsgate, a Londra, e che a detta dei promotori necessita di un ripensamento nella formula che la adatti ad un ambito in continua mutazione come quello fotografico. Che si sia dunque raggiunto il punto più alto della curva di crescita di questo genere di manifestazioni?
giovedì 21 febbraio 2008
martedì 19 febbraio 2008
il futuro della fotografia
ARAKI sostenne che il futuro della fotografia stava nella quantità e non nella qualità........
venerdì 8 febbraio 2008
mercoledì 6 febbraio 2008
Portraits Cycle N° 3
venerdì 4 gennaio 2008
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